LA METODOLOGIA D'INTERVENTO

La metodologia alla base dell’intervento terapeutico del Centro RTP ha nel movimento e negli atti del bambino il suo sistema di riferimento che deriva da teorie e studi sullo sviluppo infantile. Alcune di queste teorie hanno posto l’azione come elemento prioritario di sviluppo del sistema cognitivo (ci riferiamo ai lavori dell’epistemologo Jean Piaget). Altre hanno delineato il profilo psicomotorio del bambino (De Ajuriaguerra e J. Wallon). Altre ancora si rifanno agli studi recenti delle neuroscienze che individuano l’atto concreto come motore per l’incontro con il mondo fisico e interpersonale (i riferimenti sono i neuroni canonici e “specchio” studiati da Giacomo Rizzolatti e i lavori di Alain Berthoz).
Una metodologia, la nostra, che coniuga il sapere scientifico con il sapere pratico dell’azione. Una metodologia che cura l’atto del bambino offrendogli un ambiente fisico aperto al suo investimento motorio e un ambiente relazionale attento alle dinamiche emotive e affettive (tra gli studiosi dello sviluppo psicoaffettivo citiamo R. Spitz, J Bowlby, W. Bion, D Winnicott, D. Stern).
La metodologia di riferimento del Centro RTP proviene dall’Istituto di Psicomotricità di Milano ed è descritta nel “Manuale di terapia psicomotoria dell’età evolutiva”, di A.M Wille e C. Ambrosini.
L’attenzione agli atti e alle azioni, insieme al conferimento del loro significato, permette di individuare come il bambino strutturi le proprie acquisizioni e apprendimenti nei diversi ambiti dell’esperienza. Ciò consente di mettere a fuoco il suo procedere nella conoscenza della realtà fisica, che costituisce il mondo circostante e della realtà interpersonale composta da tutti gli individui a partire dai genitori, che condividono con lui i diversi ambiti sociali.
L’osservazione e la valutazione, attuata attraverso strumenti specifici, mettono in luce quali componenti disturbanti degli atti, delle azioni e dei movimenti del bambino ostacolano la sintonia nello scambio con l’ambiente.
Si possono incontrare difficoltà:
  • Nella coordinazione motoria, nella qualità e organizzazione del movimento sia globale che manuale;
  • Nelle condotte interattive sociali con comportamenti alterati, nei quali la motricità può subire un ritiro o viceversa intensificarsi eccessivamente;
  • Nella regolazione di stati emotivi con manifestazioni di opposizione e di rabbia;
  • Nella gestione degli apprendimenti scolastici;
  • Nell’acquisizione delle tappe di sviluppo.
Tutte queste manifestazioni di disagio, in quanto segni di stati di malessere, necessitano di ricevere attenzione e risposte.
L’intervento alla luce delle specifiche definizioni, si strutturerà a partire dalla costruzione di un ambiente (la stanza di terapia) selezionato, attraverso la scelta degli oggetti, per favorire e orientare i comportamenti del bambino nel rispetto dei suoi significati e coerentemente con gli obiettivi terapeutici.
La dominanza dell’atto si trasferisce così dalla valutazione all’intervento, costruendo trame di azioni e di scambio fra terapista, oggetti e bambino che andranno gradualmente a riannodare il percorso evolutivo interrotto.
In tal modo la terapia neuropsicomotoria che si integra con il lavoro delle altre figure professionali e parentali, ha la possibilità di rendere le azioni del bambino in difficoltà, più sincrone al suo momento evolutivo.

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la normativa cookies